mercoledì 10 novembre 2010

Fini dei giochi

Se, come ricordava l'altra sera Roberto Benigni a Vieni via con me, cantando le proprietà di Berlusconi, il presidente del Consiglio abbia ancora intenzione di conquistare il Colle diventando, tra tre anni, Presidente della Repubblica (magari con poteri rafforzati), vale la pena spendere qualche parola sull'attuale situazione politica Italiana.
Il discorso dell'altro giorno di Fini a Bastia Umbra ha scosso le colonne della Seconda Repubblica, facendo cadere polvere e creando vistose crepe. Dalle sue parole non si torna più indietro. Il leader di Futuro e Libertà per l'Italia ha definitivamente rotto i vecchi equilibri e lascia il campo aperto a nuovi scenari.
Dal canto suo propone che il Presidente del Consiglio rassegni le dimissioni e si passi a un altro governo che escluda la Lega e apra le porte all'Udc.
Dal canto di Silvio Berlusconi rassegnare le dimissioni appare come un ostacolo pericoloso che va a porsi tra lui e l'obiettivo che vuole raggiungere e che ho appena menzionato.

Se quindi da un lato è in ballo il gioco delle responsabilità (Fini: deve essere Berlusconi ad annunciare la crisi di governo; Berlusconi: deve essere Fini a sfiduciarmi) dall'altro la posta in gioco è davvero alta: i progetti politici, giudiziari ed economici del presidente del Consiglio andrebbero in fumo.
Con nuove elezioni, il trend sarebbe questo: Calo per Pdl e salita per Lega (12%) e neonato Fli (5%, dati Ipr).
Risultato: crollo della figura di leader per Silvio Berlusconi.
Nelle peggiori delle ipotesi il governo durerà per un po' di tempo, andando "sotto" in sede di votazioni che vedono contrario Fli (ne abbiamo avuto un assaggio lunedì, con il Governo battuto tre volte in Parlamento), ma continuando a latitare senza avere la voglia di effettuare le riforme necessarie al popolo (si è visto fino a ora) né la possibilità di fare le leggi a favore della singola personam o di un gruppo ristretto di personas (idem).

In questi anni, a causa della assenza del limite tra interessi legati alla sfera pubblica e interessi legati alla sfera privata presente nella figura del Presidente del Consiglio (e non mi riferisco ai casi legati alle sue abitudini di vita, bensì agli interessi economici), abbiamo visto una poderosa opera di privatizzazione (appunto) della giustizia con l'annullamento di determinati reati (come il falso in bilancio) o la creazione di leggi, anche temporanee, che garantissero l'incolumità a determinati processati (legittimo impedimento o Lodo Alfano).
Lo scopo della discesa in campo del Cavaliere appare sempre più chiaro. Ne è una prova il fatto che in tempi di crisi, dove Obama tenta disperatamente di comunicare agli americani delusi gli effetti e i risultati del suo operato in ambito economico, da noi si parla ancora solo e unicamente di prostitute o vicende legate alle vita personale delle persone.

Fini ha posto un freno alla privatizzazione della politica Italiana, cominciata da Craxi ai suoi tempi con le tangenti e ben proseguita dal Berlusconismo. Una privatizzazione che probabilmente sarebbe proseguita ancora per molto tempo e che forse ancora non è giunta al suo termine.
Non si conoscono ancora gli sviluppi cui andremo incontro.
Anche se alcune agenzie di stampa parlano già del governo con il participio passato, tutto è ancora da decidere.
L'egemonia di Berlusconi sembra al tramonto e probabilmente non riuscirà a raggiungere l'obiettivo prefissato: la presidenza della Repubblica e un sistema politico Italiano fortemente privatizzato e "personale".

Di due cose si dovrà tenere conto: le future alleanze politiche e la pazienza dei cittadini che andranno a votare, magari non influenzati da un monopolio dei mezzi informativi che pesa tutto da un lato e con la possibilità di scegliere direttamente i propri rappresentanti.



(Per la stesura di questo post ho letto il libro Berlusconi, di Paul Ginsborg. Mi ha fornito preziose informazioni a riguardo)

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