martedì 21 dicembre 2010

Anticorpi per antidemocratici

La storia ha già prodotto gli anticorpi ai Berlusconi dei popoli.
A re Carlo I Stuart, che si rifiutava di riconoscere l'indipendenza e l'autorità della Corte parlamentare, il Presidente ribadì che sopra la testa di tutti, compresa la sua, pendeva inviolabile la legge. Non il partito, ma la corte di giustizia doveva occuparsi dell'interpretazione della legge. Il re, alla fine, fu condannato a morte.
Gli americani che nel 1776 dichiararono l'indipendenza dalla madrepatria, motivano così nei documenti: "La storia dell'attuale Re di Gran Bretagna è una storia di ripetute offese e usurpazioni. Egli ha rifiutato di dare il suo assenso alle leggi più opportune e necessarie del bene pubblico. Egli ha ricattato i governatori e ha convocato i corpi legislativi in luoghi inconsueti, scomodi e distanti dai loro archivi, al solo scopo di piegarli all'accoglimento delle misure da lui volute. Egli ha ripetutamente disciolto le Assemblee Rappresentative che si erano riunite allo scopo di opporsi con virile fermezza alle sue violazioni dei diritti del popolo. Egli ha intralciato l'amministrazione della Giustizia, rifiutando il suo assenso a leggi dirette a stabilire i poteri giudiziari e ha reso i Giudici dipendenti dal suo esclusivo arbitrio per quel che riguarda la durata del loro mandato e l'importo ed il pagamento dei loro stipendi. Egli ha creato una moltitudine di nuove cariche e le ha inviate a tormentare il nostro popolo e divorarne gli averi. Ha ostentato di rendere il potere militare indipendente dal potere civile e ad esso superiore."

Benedetto Spinoza, filosofo del 1600, argomentava nel Trattato teologico politico l'importanza della libertà nello Stato. "Il fine ultimo dell'organizzazione statale non è quello di dominare gli uomini e neppure frenarli con la paura o farli cadere in balìa di altri, bensì quello di liberare ciascuno dalla paura affinché, nei limiti del possibile, possa vivere in sicurezza e conservare il suo diritto naturale a esistere e agire senza danno suo e di altri. Nessuno può deliberare contro l'autorità sovrana ma gli sarà lecito avere dei sentimenti e delle opinioni propri e di conseguenza gli sarà lecito esternarli senza frode, ira e odio e con l'intento di introdurre mutamenti nella cosa pubblica in forza della sua sola volontà."

Immanuel Kant invece, nella sua opera Per la pace perpetua, chiarisce un punto importante riguardo la concezione, spesso invocata anche ai giorni nostri, dell'uomo politico che governa per volere del popolo: la repubblica è l'unica costituzione possibile per la pace. "Essa garantisce agli uomini lo stato di cittadini e non solo sudditi. Se i cittadini fossero soltanto sudditi ne deriverebbe che il sovrano sarebbe il proprietario dello Stato e nulla avrebbe da rimettere a causa della guerra dei suoi banchetti, delle sue cacce, delle sue case di diporto, delle sue feste di Corte, ecc.."


Può essere poi la democrazia negativa? Alexis de Tocqueville, nella sua opera "La democrazia in America", 1830, affermava di sì.

Qualche anno dopo anche John Stuart Mill era parecchio categorico: in realtà quello che viene fatto passare per “governo del popolo”, si traduce nella auto-elezione di una folta maggioranza che spazza via qualsiasi forma di minoranza. In altre parole, la democrazia pura non tiene conto dei pareri diversi e uniforma tutto e tutti al volere “dei più”. Un partito dell'amore che spazza via i partiti dell'odio.


Larry Diamond e Marc Plattner, studiosi contemporanei dello sviluppo della democrazia a livello globale, offrono un'interessante divisione tra democrazie elettorali e democrazie liberali.

L'elemento unico e necessario per poter considerarsi nella prima categoria (la democrazia elettorale) è la possibilità di svolgere elezioni regolari, libere e corrette tra i vari partiti. Per poter essere delle democrazie liberali è necessario soddisfare ben cinque criteri oltre a questo citato. Innanzitutto la possibilità di avere libertà civili: di fede, di espressione, di organizzazione, di protesta e di assemblea. Poi, la parità di trattamento di fronte alla legge. La magistratura deve essere indipendente e neutrale, non subordinata all'esecutivo né a qualche parte politica. Le istituzioni quali le banche centrali o le autorità di controllo dei mezzi di comunicazione devono essere autonome e dotate di effettivi poteri. I media, in un'ottica di aperta pluralità, devono essere liberi. Infine, le forze armate devono essere poste sotto il controllo del governo democraticamente eletto.


Come siamo messi in Italia?

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