giovedì 2 dicembre 2010

Potere contro potere

"Fate tutto ma fatecelo sapere dopo. Una mattina quando ci svegliamo diteci di avere fatto questo e noi saremo contenti".
- Benito Mussolini, 1944, sulle attitudini del popolo Italiano.

La rete è bella perché libera. Difficilmente si possono occultare le informazioni contenute in essa. Ed è proprio per questo motivo che rappresenta il peggior nemico delle amministrazioni politiche della nazioni. La politica, che troppo spesso si chiude in se stessa e tende a sporcarsi di fango da sola, combatte sistematicamente la purezza e la libertà della rete. E' quanto sta accadendo in questi giorni: un'organizzazione internazionale che riceve documenti di carattere governativo o aziendale in modo anonimo e li carica sul web, che si chiama Wikileaks, il cui numero uno si chiama Julian Assange (australiano, 38 anni), sta caricando in rete dal 2007 milioni di documenti riguardanti situazioni scottanti legate alle guerre di Afghanistan e Iraq fino ad arrivare alle recenti pubblicazioni di documenti confidenziali riguardanti le considerazioni da parte di funzionari Americani sui leader europei.
Nonostante lo scalpore sia determinato principalmente da questi ultimi atti (La Clinton, di foga, si è precipitata in Kazakistan, al vertice dell'Osce, per riparare ai bluff), vorrei che l'attenzione sia riposta in situazioni ben più allarmanti di semplici giudizi che riguardano vizi, attitudini e difetti di alcuni leader di nazioni. Nel sito Wikileaks sono contenuti filmati e documenti inediti che testimoniano uccisioni di civili, occultamenti di corpi, forze predisposte per l'uccisione di talebani senza la necessità di appellarsi a un regolare processo. Mostruosità di guerra. La rivelazione di questi documenti fa paura alle grandi nazioni e alle grandi industrie che sulla guerra investono l'economia (Yuri Orlov, ovvero Nicolas Cage, nel film Lord of War, confessa che "a prendersi il mondo saranno i trafficanti d'armi, perché gli altri saranno troppo occupati a spararsi a vicenda". Nel film inoltre viene denunciato che i maggiori fornitori d'armi sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Russia, la Francia e la Cina e che tutte e cinque sono membri permanenti del consiglio di sicurezza dell'Onu).

La stampa sposta l'attenzione sui pettegolezzi politici. Ma chi parla dell'uccisione di civili da parte di due elicotteri Apache americani che spararono con accanimento in un quartiere di New Baghdad il 12 luglio 2007?
Di certo non Franco Frattini, ministro degli Esteri Italiano, che vorrebbe Julian Assange catturato e imprigionato in qualità di attentatore. A cosa? Attentatore alle menzogne? Le persone devono essere testimoni attivi e attenti degli operati e delle azioni dei rispettivi governi. Solo così è possibile effettuare le scelte giuste e stabilire chi esegue bene il proprio lavoro e chi no. Siamo i padroni dei nostri rappresentanti. Essi devono agire in base alla nostra volontà, nel senso che devono rappresentarla.

Un mandato internazionale di cattura pende sulla testa di Julian Assange. I motivi sono quelli di stupro (da lui rigettati, tramite il suo avvocato: è sicuro che si tratti di un'operazione con lo scopo di screditare la sua figura). Ciò vuol dire che il numero uno di Wikileaks è ricercato in 188 paesi. Posto al pari di Bin Laden. Un giornalista informatico paragonato a un terrorista fondamentalista. Potere informativo contro potere distruttivo.
Il mondo lo cerca per aver abusato presuntamente di due ragazze mentre politici di numerosi stati sono accusati di corruzione o reati importanti (mi viene in mente l'esempio triste dell'Italia).
Costretto a darsi alla macchia, fugge da un posto all'altro del mondo per l'immensa colpa di aver pubblicato dei documenti che hanno permesso a milioni di persone di rendersi conto di come vanno le cose. Condannato per informazione libera. Forse non ci rendiamo conto di quanto sia grave questo fatto. Crea un precedente pericolosissimo, dicendo forte e chiaro: guarda cosa succede se sveli i nostri segreti. Ci lamentiamo tanto delle leggi bavaglio nazionali all'informazione e non pensiamo che questo possa essere un editto mondiale contro la libertà di dire e informare sui fatti.

Caro Julian, se dovessi capitare per un giorno in Italia, ti ospito io volentieri a casa mia.

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