venerdì 15 ottobre 2010

Nostri dipendenti

Non sarebbe la prima volta che il nostro presidente del Consiglio ribadisca che, essendo stato eletto dalla volontà popolare, abbia come sua facoltà il dovere di fare tutto ciò che a lui pare necessario proprio in virtù di quella che lui considera fedeltà dei cittadini riposta nelle sue mani.

Eppure a ben vedere il sistema elettorale Italiano, dall'ultima riforma del 2005, prevede che i cittadini possano votare il partito ed esprimere una preferenza per il candidato, ma che siano i membri appartenenti ai partiti, in sede di Commissione elettorale, a nominare i membri dei seggi in proporzione ai voti ottenuti alle elezioni. Questo vuol dire che noi cittadini non abbiamo un potere decisionale assoluto circa chi si sederà tra i banchi del nostro Parlamento.

Questa mancanza di espressione diretta, in una democrazia quale la nostra che è già indiretta (non si legifera con i referendum o con iniziative popolari, come in Svizzera, ma sono i nostri Parlamentari che, in funzione di nostri "delegati" decidono, in teoria, nel nostro interesse)
rischia di causare degli indesiderati quanto squallidi "cambi di casacca" al momento del voto di una particolare legge. Si pensi al recente voto di fiducia al governo: 100 parlamentari (cento, porca miseria!) hanno cambiato posizione politica rispetto a quella professata dal partito di cui farebbero parte.

Ma torniamo al nostro Presidente del Consiglio. Egli, tra le varie funzioni che gli spettano, deve proporre dei Ministri che vengono poi eletti dal Presidente della Repubblica. I Ministri sono componenti di governo.

La parola Ministro, nel senso etimologico del termine di "minus", inferiore, delinea una figura che stia al di sotto di chi lo elegge. In parole più concrete, i ministri sono nostri dipendenti.
Come Catone è ministro di Dio e si occupa della gestione del Purgatorio Dantesco, così i ministri di ogni stato debbono occuparsi della corretta gestione e corretto funzionamento della cosa pubblica per conto nostro. Noi deleghiamo codeste persone affinché intraprendono le scelte migliori per noi e per il nostro futuro, che mettiamo nelle loro dirette mani.

E quando sento parlare di sprechi, di cattiva gestione, di problemi dei ministri stessi con la giustizia, questo mi fa davvero arrabbiare.
Sono persone importanti, nella loro inferiorità d'ufficio (loro devono rispondere a noi, non il contrario) e devono essere esemplari, pulite ed efficienti.

Voglio riportare degli esempi.
Guardate al ministro dell'ambiente: Stefania Prestigiacomo: ha di recente autorizzato le trivellazioni petrolifere nel nostro Mar Mediterraneo, purché siano a 5 km dalla costa (se il petrolio fuoriuscirà, arriverà...lentamente).
O il ministro della difesa, Ignazio La Russa: decide di voler armare i nostri caccia (che si vanno ad aggiungere agli elicotteri, già armati) per sostenere un intervento militare in Afghanistan il cui scopo è creare la pace.
Il ministro della giustizia invece, che è Angelino Alfano, è stato indagato dalla procura di Roma per abuso d'ufficio (poi archiviato).
Oppure il ministro dell'Interno Roberto Maroni è stato condannato in via definitiva per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale (morse una caviglia a un agente, a quanto pare).
Il ministro per le riforme istituzionali, Umberto Bossi, è stato condannato per reato di vilipendio alla bandiera Italiana (la stessa del paese che serve!).

Cosa ne pensate? Io ritengo che se un nostro dipendente non è adatto vada licenziato. Mandato a casa, sostituito con uno migliore, più in gamba, che lavori e non faccia il contrario di quello che deve fare, ovvero guadagnare il meglio per il proprio paese.

Perciò quando incontrate un ministro, quando lo vedete al telegiornale, guardatelo dall'alto verso il basso, e ricordatevi che lui è un vostro dipendente. Analizzate il suo operato e, qualora non soddisfi le giuste esigenze del popolo di cui fate parte, domandategliene gentilmente il conto.

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