sabato 30 giugno 2012

Stendenti i panni

Cose da non sottovalutare: Alessandra e Rachele ci spiegano come si possono stendere i panni a Shijiazhuang:
In Cina i panni si stendono così. Ho steso anche la Rossi (nella foto, chiaramente stesa, ndr), 1-0 per me, si torna sul ring. In realtà, non possiamo permetterci il lusso di uno stendino (anche perchè inesistente) e Madre Natura è tanto gentile con noi.

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Quando si è lontani da casa

Non crediate che la partita Italia-Spagna di domani salti, in Cina: Rachele Meazza dice che è in programma un raduno di italiani, e che:
Oggi c'è il sole e inizia a sentirsi il caldo. Saltiamo pasti come saltar la corda, il nostro stomaco è ancora in subbuglio. Diventeremo trasparenti ad andar avanti così. Siamo una decina di studenti di Ca' Foscari, facciamo gruppo, e mi sento un po' meno disorientata. C'è in programma un raduno di italiani per seguir la finale domani sera, a me non è mai importato nulla di calcio, ma quando si è lontani da casa nasce il senso di spirito nazionale. Qui in Cina non c'è nessun divieto di fumare in luoghi pubblici, è una cosa abbastanza inconcepibile per noi, e ci si affumica come scamorze. Ma la cosa a cui non ci abitueremo mai è il continuo sputacchiare. Nei piatti al ristorante, sui gradini, per terra, al supermercato. Ovunque. Il dormitorio dove stiamo è abbastanza decadente, quando siamo arrivate ci ha preso lo sconforto, ieri ci siamo armate di Mr Muscolo tarocco e ripulito tutta la nostra cameretta da cima a fondo. Ora è abitabile. Avventura di stamattina: affrontare una lavatrice con comandi solo in cinese, non si sa bene come, ma ce l'abbiamo fatta. Un'altra delle grandi imprese quotidiane, è attraversare la strada, anche sulle strisce. È pieno di biciclette e macchine che guidano apparentemente senza nessun senso logico. E per la prima volta, mi capita di essere in un paese dove il clacson viene veramente usato in tutta la sua potenza. Si potrebbe dire che i cinesi strombazzano almeno tanto quanto sputacchiano. Lunedì mattina iniziamo le lezioni, a quanto pare danno parecchi compiti da fare, quindi passeremo i pomeriggi in biblioteca a studiare..dai che è la volta buona che imparo il cinese! Dalle poche notizie trapelate, avremo classi di Taiji e calligrafia. Il dormitorio dove siamo è il centro di studi Sino-Italici, trovare cinesini che parlano italiano è divertente, immagino come appaia il nostro stentato cinese a loro. Mi concedo un pisolino, sono ancora scombussolata dal viaggio, ma conoscendo la mia natura di bradipo, ci metterò del tempo a riprendermi. 再见!

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Fino a che non arrivi in Cina

Alessandra Rossi ci spiega bene le tappe del loro viaggio, quello che hanno visto e quello che faranno:
Siamo arrivate giovedì sera dopo una serie di peripezie, viaggio di 30 ore. Milano-Dubai, Dubai-Pechino. Dall' aereoporto di Pechino abbiamo preso un pullman fino alla stazione ovest (西 北京火车站), dove abbiamo preso un treno; dopo due ore e mezza siamo finalmente arrivate Shijiazhuang (石家庄), abbiamo preso un taxi e dopo aver girovagato per parecchio tempo sotto la pioggia abbiamo trovato il nostro dormitorio.
Le condizioni erano abbastanza pessime: sporco e anche abbastanza puzzolente (ma si sa che io sono schizzinosa). Bè ci siamo fatte una doccia e siamo andate a letto.

Sai quando dicono che i cinesi sono tanti? Bè non te ne puoi fare un'idea fino a che davvero non ci arrivi in Cina. Sono tantissimi, sono ovunque, riempiono ogni spazio vivibile possibile e sono anche molto kitsch. Sputano per terra nei luoghi pubblici come se niente fosse e fumano ovunque, anche all'interno, nei bar e nei ristoranti.
 
Oggi è uscito il sole, c'è un caldo e un'umidità allucinante. La città è grande e oggi è veramente bella.

I cinesi mi stanno sempre tanto simpatici. Lunedì iniziamo i corsi e questo weekend dovremmo andare a Pechino.

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Per la seconda volta

Rachele e Alessandra sono già arrivate a Shijiazhuang, in Cina, dove passeranno tre settimane per poi riprendere il viaggio e dirigersi in Thailandia. Ieri in città il cielo era grigio e pioveva. Le prime impressioni di Rachele, che non si è lasciata sfuggire un modo di fare locale molto particolare:
Eccomi, finalmente in Cina. Nonostante occhiaia fino alle ginocchia, febbre sul labbro che non se ne va più, qui va tutto bene. Per la seconda volta, l'Oriente mi ha conquistata. È più forte di me, mi sento quasi a casa. Una precedente vita, l'ho passata sicuramente da queste parti. Però, tra Cina e Thailandia, vince assolutamente la Thailandia, per il momento. I cinesi scatarrano per terra in maniera orribile. E sono veramente tantissimi. Seguiranno aggiornamenti migliori. Baxi e struchi a tutti.


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martedì 19 giugno 2012

Hackathon, Metwit e la genialità che c'è attorno e dentro

Una delle cose da fare nella vita è vedere Riccardo Luna (lui, il primo direttore di Wired Italia) mentre usa Twitter. Sabato 16 giugno, a Bologna, Riccardo ha pubblicato su Twitter dal suo iPhone bianco questo messaggio:
@riccardowired In bocca al lupo ai ragazzi di #hackathonterremoto che in Sala Borsa iniziano una maratona per sviluppare apps di #protezionecivica
Hackathon Terremoto è una maratona digitale di due giorni alla quale hanno partecipato hacker e informatici provenienti da tutto il mondo. Sala Borsa si è trasformata in un ambiente frizzante, dinamico al massimo e per 48 ore sono stati battuti codici su codici di applicazioni d'utilità per i terremotati dell'Emilia (ma non solo).
Ho parlato anche con Michele Ruini, ("lui è toscano, senti che accento che ha!") che mi ha mostrato Metwit, una app frutto di una startup giovane giovane che rivoluziona il concetto di previsione meteo (Michele è CEO di Metwitt): non sono più le stazioni meteorologiche che "dettano" il clima anche per le zone effettivamente lontane da loro, ma sono gli utenti a segnalare in tempo reale il clima esatto, grazie alla geolocalizzazione. E poi messaggi di allerta e possibilità di interagire tra gli utenti, di avvisarsi. 
Quante cose belle che sappiamo fare.

lunedì 4 giugno 2012

Io, Camillo Benso, vi racconto di quando ho fatto il Regno d'Italia

Martin Stigol e l'associazione culturale Progetto Zattera sono papà e figlio da più di vent'anni a Varese. L'ultimo "prodotto" culturale si chiama "Il Tessitore, cronache del Risorgimento italiano", che è una rivisitazione della figura di Cavour in chiave artistica. Questo è un passo del racconto in prima persona del Tessitore, di Martin Stigol:
Salii le scale. Lui disinvolto e senza dare nessun segnale di sconfitta, mi indicò il salone grande. Parlò a lungo di progetti e di questioni di ordine pubblico, e alla fine, arrivò al dunque, le casse del regno erano vuote, e la gente cominciava a chiedersi perché non si riuscisse a trovare una via di uscita. 
Lo lasciai finire di parlare, e alla fine gli dissi: “Mi dia la chiave della cassaforte, mi dia la chiave del palazzo di giustizia”. Si alzò e andò verso la finestra, e poi disse: “Quanto mi costerà?”; io avevo già in bocca la risposta: “Niente, ho bisogno di un tavolo, un’aula grande, quindici sedie, e sette, otto persone di fiducia per rifare un governo”. “Lei è impazzito!”. “Certo, per questo lei mi ha chiamato, soltanto un pazzo può fare quello che serve in questo momento al suo regno, ed io, piccolo e brutto che sia, sono della misura giusta”. 
Uscii dal palazzo con le mie gambe tremanti, ma non tornai in campagna, ero eccitato dalla sua disponibilità a darmi una risposta positiva, ed io avevo fame e volevo divertirmi. Andai a teatro e sul palco, quella sera, c’era un opera magnifica dal mio amico Giuseppe Verdi.