Io, Camillo Benso, vi racconto di quando ho fatto il Regno d'Italia
Martin Stigol e l'associazione culturale Progetto Zattera sono papà e figlio da più di vent'anni a Varese. L'ultimo "prodotto" culturale si chiama "Il Tessitore, cronache del Risorgimento italiano", che è una rivisitazione della figura di Cavour in chiave artistica. Questo è un passo del racconto in prima persona del Tessitore, di Martin Stigol:
Salii le scale. Lui disinvolto e senza dare nessun segnale di sconfitta, mi indicò il salone grande. Parlò a lungo di progetti e di questioni di ordine pubblico, e alla fine, arrivò al dunque, le casse del regno erano vuote, e la gente cominciava a chiedersi perché non si riuscisse a trovare una via di uscita.
Lo lasciai finire di parlare, e alla fine gli dissi: “Mi dia la chiave della cassaforte, mi dia la chiave del palazzo di giustizia”. Si alzò e andò verso la finestra, e poi disse: “Quanto mi costerà?”; io avevo già in bocca la risposta: “Niente, ho bisogno di un tavolo, un’aula grande, quindici sedie, e sette, otto persone di fiducia per rifare un governo”. “Lei è impazzito!”. “Certo, per questo lei mi ha chiamato, soltanto un pazzo può fare quello che serve in questo momento al suo regno, ed io, piccolo e brutto che sia, sono della misura giusta”.
Uscii dal palazzo con le mie gambe tremanti, ma non tornai in campagna, ero eccitato dalla sua disponibilità a darmi una risposta positiva, ed io avevo fame e volevo divertirmi. Andai a teatro e sul palco, quella sera, c’era un opera magnifica dal mio amico Giuseppe Verdi.
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