"Reato commesso da chi per mezzo di artifici o di raggiri induce una
persona in errore allo scopo di procurare a sé o ad altri un illecito
profitto con danno"
Questa è la definizione che si può leggere sul vocabolario italiano alla voce "truffa". Sicuramente è un termine forte, che evoca i peggiori scandali economici.
Tutto cambia, invece, quando si parla di "pratiche commerciali scorrette", l'accento è chiaramente più lieve; così l'Antitrust si è espressa nei confronti del gruppo Apple (Apple Sales International, Apple Italia S.r.l. e Apple Retail Italia).
Il 27 dicembre 2011, l'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), rende pubblica, attraverso un comunicato apparso sul suo sito (reperibile qui), la notizia della sanzione di 900.000 euro, inflitta dall'Antitrust al gruppo Apple Italia.
Vengono contestate al gruppo della mela due pratiche commerciali:
- la prima riguarda "la mancata informazione, sia al momento dell’acquisto che al momento della richiesta di
assistenza, ai consumatori sui diritti
di assistenza gratuita biennale previsti dal Codice del Consumo,
ostacolando l’esercizio degli stessi e limitandosi a riconoscere la
garanzia convenzionale del produttore di 1 anno";
- la seconda è complementare e riferita "alla natura, contenuto e durata dell'informazioni sui servizi di assistenza aggiuntivi a
pagamento AppleCare Protection Plan, che erano tali da indurre i
consumatori a sottoscrivere un contratto aggiuntivo".
L'accusa dell'Antitrust si può riassumere dicendo che Apple, non fornendo le adeguate spiegazioni sulla durata e sulla natura della garanzia dei prodotti, vendeva ai propri clienti la garanzia sugli stessi, già inclusa e gratuita.
Sono accuse gravi, che senza un'adeguata esemplificazione numerica possono essere in qualche modo "snobbate".
Vi prego di seguirmi in questo rapido calcolo.
Attraverso il sito store.apple.com si può notare come i prezzi relativi all'AppleCare Protection Plan (le cui caratteristiche sono riassunte qui) variano da prodotto a prodotto. Facendo una semplice media, si può affermare che il suo prezzo sia mediamente di 170 euro aggiuntivi.
Questo dato ci tornerà utile più avanti.
Secondo i dati ISTAT, aggiornati all'anno 2011, le famiglie possessori di un qualsiasi tipo di computer portatile sono il 58,8%, quindi circa 13 milioni di famiglie.
Di questi 13 milioni, StatCounter stima che il 7% utilizzi il sistema operativo MacOSX, e possieda quindi un computer Apple. La cifra si aggira indicativamente intorno alle 900.000 unità.
Ipotizziamo che, di queste 900.000 unità, il 30% (270.000) sia stato acquistato con annesso AppleCare Protection Plan con un costo medio di 170 euro (superflui, visto che la garanzia biennale avrebbe dovuto essere già presente e gratuita).
La moltiplicazione è semplice, e la somma spaventosamente alta.
Quest'ultima cifra (a voi il piacere di fare l'ultimo, scioccante passaggio) è basata su ipotesi di calcolo, ottenute dai dati ricavati da diverse fonti, ma viste le accuse mosse dall'Antitrust, si potrebbe rivelare decisamente plausibile.
Dopo esserci occupati la settimana scorsa della situazione Trenitalia, anche Apple offre spunti per una discutibile gestione commerciale del proprio brand, in un mercato che, come ci insegna la corrente crisi economica, basa i suoi principi sulla credibilità e sulla trasparenza.
In settori diversi e con proporzioni differenti, queste due aziende leader ci hanno dato il loro esempio. È questa la strada corretta da seguire?