domenica 4 dicembre 2011

Tremonti reloaded

Ogni tanto è divertente (si fa per dire) andare a ripescare i vecchi documenti delle vicende politiche passate e rileggerle a distanza, a freddo, vedendo che effetto fa. Di recente ho riletto la lettera che Giulio Tremonti, al secolo ministro dell'Economia del quarto governo Berlusconi, inviò il 29 luglio scorso al Corriere della Sera. Scrisse una lettera perché era appena scoppiato il caso Milanese: braccio destro del ministro, suo collaboratore politico e parlamentare del Pdl, indagato per sporchi affari, condivideva con Tremonti un appartamento a Roma per il quale, tra l'altro,  l'ex ministro sborsava, ogni mese e a partire dal 2008, 4 mila euro in contanti e in nero.


La lettera è interessante perché è abbastanza comica. Per almeno due motivi: il primo - l'aspettativa (quasi sempre tradita, nel tempo) di un cittadino sull'abilità di un politico, almeno retorica, è alta, mentre qui è tradita subito; secondo - da un uomo con incarichi così importanti ci si aspetta molta serietà oltre che una buona dose di competenza nell'organizzazione di un settore così delicato come l'economia e la finanza. Perché di fatto ne era ministro e quindi era - in linea di massima - la persona migliore che potesse essere incaricata dal partito o comunque un buon "dipendente" (ministro = minus = inferiore, alle dipendenze di) del popolo che sapesse amministrare bene i conti. Nella lettera spiega:


Ho commesso illeciti? Per quanto mi riguarda, sicuramente no. Ho fatto errori? Sì, certamente. In primo luogo, se qualcosa posso rimproverarmi, vi è il fatto di non aver lasciato prima l'immobile. L'ho fatto in buona fede. [...]. Come scusante rispetto a quelli che Sergio Romano (giornalista del Corriere, ndr) definisce un "errore di giudizio" od un "peccato di distrazione", posso solo portare l'impegno durissimo in questi anni non facili, su tanti fronti. 


Ma davvero non ha commesso illeciti? In teoria no, cioè sì, li ha commessi: l'articolo 1 comma 346 della Finanziaria 2005 prevede l'obbligo di registrazione di tutti i contratti di locazione nonché dei contratti di godimento; È poi divertente (ma si fa sempre per dire) leggere che un ministro attribuisca la causa dei suoi errori alla "buona fede" e al fatto che, poiché questi anni sono difficili, dedica un durissimo impegno su tanti fronti. Un errore può scappare, insomma, nessuno è perfetto: tra l'altro siamo italiani. Perfetti no, certo, ma a rischio default sì.

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