domenica 4 dicembre 2011

Le lacrime del ministro

Le lacrime del ministro del Welfare Elsa Fornero non sono dovute all'emozione che si prova mentre si spiegano davanti a una platea di giornalisti e cameramen i contenuti della manovra per salvare l'Italia. Non solo. Dietro alla voce strozzata sulla parola "sacrificio", dietro alle lacrime di un ministro ma anche (non dimentichiamolo) di un essere umano, sta la consapevolezza piena delle conseguenze di tali azioni, di tali provvedimenti. Il presidente del Consiglio Mario Monti completa: "il venire meno dell'indicizzazione dell'inflazione per le pensioni, tuttavia salvaguardando le pensioni minime": ovvero, se l'inflazione crescerà, non cresceranno i valori delle pensioni di conseguenza, ma rimarranno a livelli fissi. E se i prezzi aumentano in maniera generale, ma con essi non aumenta l'ammontare di reddito, vuol dire che diminuisce il potere d'acquisto, e aumenta la povertà. È un sacrificio con la "s" maiuscola: lo Stato chiede maggiore povertà ad alcuni cittadini, li abbandona se vogliamo, con tutte le conseguenze possibili. La Fornero lo sa, e anche se le sue lacrime non aiuteranno, nei fatti, l'Italia, è da sottolineare che una tale consapevolezza non si vedeva da molto, negli occhi di un ministro italiano.

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