venerdì 23 novembre 2012

Movin' forward

Questo blog va avanti, e lo fa da un'altra parte. Troverete gli stessi contenuti e i nuovi post e aggiornamenti. Traslochiamo. Ci si vede di là, su wordpress.

domenica 22 luglio 2012

L'Oriente e l'effetto che fa

Alessandra Rossi tocca argomenti molto belli e profondi,e interessanti assai:
Una volta la nostra prof. di Storia della Cina ci ha detto: "È stato l'Occidente a inventare l'Oriente, l'ha inventato per definire se stesso".
Ho sempre pensato che questa frase fosse una gran figata, ma solo ora mi rendo conto della sua estrema verità.
Cos'è l'Oriente poi? Come possiamo pensare di poter definire una cosa tanto vasta e varia? Ovviamente ha senso solo se paragonato alla nostra società. L'Oriente secondo me non esiste; già solo la differenza tra Cina e Thailandia mi ingloba e sorprende. Sono consapevole di non avere abbastanza esperienza o tempo alle spalle per mettermi a fare analisi, osservazioni profonde o chissà quali monologhi; posso solo dire che io, durante questo breve viaggio, mi sono definita e scoperta un po' di più. Ho scoperto una naturalezza nelle azioni, nei pensieri e nei rapporti con le persone. Qui è tutto così luminoso, spontaneo, semplice, è una sensazione nuova che riesco molto ad apprezzare.

L'Occidente continua a definirsi.

lunedì 16 luglio 2012

Immensa Shijiazhuang

Cronache delle ultime ore di permanenza in Cina, per Rachele e Alessandra. Rachele, poi, ci racconta di Shijiazhuang, o Shijia, per gli amici.
Sono gli ultimi giorni in questa università quasi abbandonata e decadente. Dopodomani lasceremo questa città, attraverseremo ancora una volta Pechino per volare in Thailandia. Aspetto da due anni e mezzo il ritorno a Bangkok, l'attesa è così bella che vorrei non finisse mai, e la paura che non sia come ricordo, come l'ho amata, è gigante. Sarà bellissimo, lo so, ma sono spaventata. 

Cerco di godermi le ultime ore di Cina, ripensando a questi strane settimane. Shijiazhuang è il capoluogo dell'Hebei, la regione di cui fa parte anche Pechino. È una città giovane, nata nel dopoguerra, partendo da un piccolo centro rurale. È immensa, avvolta nello smog che nasconde le cime dei grattacieli, non lascia intravedere stelle e crea una cappa grigia che raramente se ne va. Ci sono dei parchi, ne ho visto uno solo. Grande, pulito, bello. Affollato la domenica di persone di tutte le età, intente a giocare, a cercare un po' di fresco, un po' di natura. Uno degli aspetti che mi piacciono dei cinesi, così come anche di altri popoli asiatici, è che la sera le piazze siano piene di gente allineata in perfetto ordine che balla, fa ginnastica, pattina, a ritmo di musica. Quel pomeriggio al parco, eravamo circondati da persone che giocavano a volano, facevano taiji, e diversi altri sport tradizionali. C'era armonia, tranquillità, anche in una città gigante e trafficata come questa. 

In queste tre settimane siamo state in un palazzo di sei piani, dove all'ultimo ci sono aule in cui la mattina facciamo lezione, e le lavatrici. Gli altri piani sono occupati da camere, la nostra è al piano terra, tra ogni genere di odore della strada e umidità impressionante. Accanto a questo edificio c'è il bar dell'università, dove passiamo le nostre giornate. Siamo gli unici clienti, ed ormai è diventata casa nostra. Di recente è stato aperto il nuovo campus universitario, questo spiega perché sia quasi inquietante girare di sera nei corridoi e nella zona circostante. Sembra seriamente il set di un film dell'orrore, soprattutto se con pioggia e nebbia.L'altro giorno, la squadra Italia-Corea ha sfidato in un acceso 3 vs 3 la Cina a basket. Due divertenti ore di gioco, io unica ragazza nel raggio di chilometri. Anche se capivo poco e niente di quel che mi dicevano, i tre cinesi mi han fatta ridere fino alle lacrime, strategia per rubarmi la palla. Il mio corpo soffre ancora, ma ho segnato ben sei punti, incredibile.Avrei voluto raccontare meglio cosa c'è qui, ma la febbre, la stanchezza, la tristezza di partire, non me lo concedono, non stasera, nell'unico momento di calma che ho trovato.

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martedì 10 luglio 2012

Beijing con gli occhi

Il report di Rachele Meazza sul week end trascorso a Beijing con Alessandra e altre due persone:
Venerdì pomeriggio, con i nostri zainetti in spalla, siamo partiti in quattro alla scoperta di Pechino. L'avevo già attraversata in bus appena scesa dall'aereo per andare in stazione, ma l'immensa stanchezza e il buio mi avevano impedito di capire che tipo di città stesse correndo fuori dal finestrino. Beijing è immensa. E come ogni grande città, piena di gente. Se poi si parla di città cinese, diventa ancora più piena. 
Grazie al nostro fiuto anti turismo e posti finti, abbiamo scovato un ottimo ostello, vicino a piazza Tiananmen. Piccolino, struttura in legno, piccolo cortile interno, lanterne rosse appese ai soffitti, stradine cinesi intorno. Una meraviglia. Sabato mattina, sveglia praticamente all'alba, e via, verso la Grande Muraglia. Avevamo optato per Jinshanling, uno dei punti meno battuti da turisti e venditori ambulanti. Non si capisce la maestosità della Muraglia finché non la si vede. Le foto non rendono, i racconti nemmeno. Il primo tratto era stato ristrutturato e c'erano poche altre persone, è bastato camminare per un paio di chilometri per non trovare più nessuno, la Muraglia quasi abbandonata, e solo noi, arrancanti tra una torre e l'altra. C'era foschia, si vedevano le colline circostanti e questo serpentone in pietra che continuava ondeggiante sulle creste. Ci fermavamo in silenzio a contemplare il panorama, ognuno perso nei suoi pensieri, con un sorriso commosso sul viso.  

lunedì 9 luglio 2012

La storia dell'Argentina passa da qui

Il 5 luglio 2012 è una tappa storica fondamentale per l'Argentina. L'ex dittatore Jorge Rafael Videla, ottantaseienne, è stato condannato a 50 anni di carcere poiché ritenuto responsabile del sequestro di 35 bambini figli di oppositori. Stiamo parlando del periodo compreso tra il 1976 e il 1983, e le persone scomparse le conosciamo con questo terribile nome: desaparecidos. Martin Stigol è argentino e vive a Varese. Si ricorda molto bene degli ultimi anni della dittatura del suo paese, quando era ragazzo, prima di emigrare in Italia. Racconta di un periodo orribile, molto complesso quanto delicato, anche dal punto di vista psicologico e sociale:
Quella della dittatura è una situazione perversa, che comprendeva persino la menzogna sulla verità della  propria identità. Il caso più eclatante è stato quello di una denuncia da parte di una figlia nei confronti dei propri genitori per avere tenuto con loro alcuni desaparecidos. Quella figlia era sconvolta dalla scoperta arrivata dopo anni. 

La vista da qui

Rachele e Alessandra sono state a Beijing nel week end, e sono state anche sulla Wanli changcheng, la Grande Muraglia, patrimonio dell'umanità dal 1987 e una delle sette meraviglie del mondo moderno. Qui una foto, mozzafiato:


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giovedì 5 luglio 2012

Di zanzare, di raffreddori e del perché un secchio può rivelarsi indispensabile

Suvvia, non sempre si possono scrivere cose serie. Quindi:
Ecco che il Grande Mostro Aria Condizionata miete la prima vittima, etciù. Qui in Cina, come in molti altri paesi, si passa dal forno esterno, al frigo interno. E io, etciù, ci ho lasciato quel briciolo di salute instabile che avevo. Oggi (lunedì, ndr) primo giorno di lezioni. Uhm, uhm. Non capisco assolutamente niente, come previsto. Coraggio, coraggio. Dopo l'ennesimo pisolino, affronto i libri e inizio a studiare come si deve. Etciù. [Lachele laffleddata]
Ci sono le zanzare tigre. E poi quelle cinesi, maledette:
Sport preferito da straniere in Cina: ammazza la zanzara. Rachele 5 vs Alessandra 5. La partita si fa avvincente. In camera ci sono cadaveri spappolati ovunque, bottino di guerra. Un 'ghe sboro' ci sta tutto" [Rachele e Alessandra divorate]
Piove, mano ai secchi!
Ieri sera ha piovuto tantissimo e molto violentemente, tanto che il bar dell'università ha avuto un blackout, si è allagato e noi svuotavamo i secchi pieni d'acqua. [Alessandra furiosa]
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mercoledì 4 luglio 2012

Tieniti forte

Al parco di Shijiazuhang Alessandra e Rachele hanno trovato qualcosa di molto particolare (e poco usuale dalle parti di qui). Dietro al suo copricapo si nasconde una bambina, che si tiene forte forte:

Bambina trasportata da questo carretto con bambola elettrica al parco. Non fa paura?
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COS'È 'STA COSA?

domenica 1 luglio 2012

Questi esseri strani

Rachele e Alessandra, inutile dirlo, sono le "straniere":
Eravamo sedute fuori da un Mc Donald con insegne in cinese, aspettando due amici che poi non abbiam trovato, quando un ragazzo cinese si è avvicinato dandoci il biglietto da visita. È arrivata anche una ragazzina, volevano semplicemente conoscere le straniere, esseri strani. Mezz'ora di conversazione saltando dal cinese all'inglese. Cose che succedono con normalità in Cina.
Nella foto, una bambina si è avvicinata felice di vedere volti con i tratti occidentali:



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sabato 30 giugno 2012

Stendenti i panni

Cose da non sottovalutare: Alessandra e Rachele ci spiegano come si possono stendere i panni a Shijiazhuang:
In Cina i panni si stendono così. Ho steso anche la Rossi (nella foto, chiaramente stesa, ndr), 1-0 per me, si torna sul ring. In realtà, non possiamo permetterci il lusso di uno stendino (anche perchè inesistente) e Madre Natura è tanto gentile con noi.

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Quando si è lontani da casa

Non crediate che la partita Italia-Spagna di domani salti, in Cina: Rachele Meazza dice che è in programma un raduno di italiani, e che:
Oggi c'è il sole e inizia a sentirsi il caldo. Saltiamo pasti come saltar la corda, il nostro stomaco è ancora in subbuglio. Diventeremo trasparenti ad andar avanti così. Siamo una decina di studenti di Ca' Foscari, facciamo gruppo, e mi sento un po' meno disorientata. C'è in programma un raduno di italiani per seguir la finale domani sera, a me non è mai importato nulla di calcio, ma quando si è lontani da casa nasce il senso di spirito nazionale. Qui in Cina non c'è nessun divieto di fumare in luoghi pubblici, è una cosa abbastanza inconcepibile per noi, e ci si affumica come scamorze. Ma la cosa a cui non ci abitueremo mai è il continuo sputacchiare. Nei piatti al ristorante, sui gradini, per terra, al supermercato. Ovunque. Il dormitorio dove stiamo è abbastanza decadente, quando siamo arrivate ci ha preso lo sconforto, ieri ci siamo armate di Mr Muscolo tarocco e ripulito tutta la nostra cameretta da cima a fondo. Ora è abitabile. Avventura di stamattina: affrontare una lavatrice con comandi solo in cinese, non si sa bene come, ma ce l'abbiamo fatta. Un'altra delle grandi imprese quotidiane, è attraversare la strada, anche sulle strisce. È pieno di biciclette e macchine che guidano apparentemente senza nessun senso logico. E per la prima volta, mi capita di essere in un paese dove il clacson viene veramente usato in tutta la sua potenza. Si potrebbe dire che i cinesi strombazzano almeno tanto quanto sputacchiano. Lunedì mattina iniziamo le lezioni, a quanto pare danno parecchi compiti da fare, quindi passeremo i pomeriggi in biblioteca a studiare..dai che è la volta buona che imparo il cinese! Dalle poche notizie trapelate, avremo classi di Taiji e calligrafia. Il dormitorio dove siamo è il centro di studi Sino-Italici, trovare cinesini che parlano italiano è divertente, immagino come appaia il nostro stentato cinese a loro. Mi concedo un pisolino, sono ancora scombussolata dal viaggio, ma conoscendo la mia natura di bradipo, ci metterò del tempo a riprendermi. 再见!

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Fino a che non arrivi in Cina

Alessandra Rossi ci spiega bene le tappe del loro viaggio, quello che hanno visto e quello che faranno:
Siamo arrivate giovedì sera dopo una serie di peripezie, viaggio di 30 ore. Milano-Dubai, Dubai-Pechino. Dall' aereoporto di Pechino abbiamo preso un pullman fino alla stazione ovest (西 北京火车站), dove abbiamo preso un treno; dopo due ore e mezza siamo finalmente arrivate Shijiazhuang (石家庄), abbiamo preso un taxi e dopo aver girovagato per parecchio tempo sotto la pioggia abbiamo trovato il nostro dormitorio.
Le condizioni erano abbastanza pessime: sporco e anche abbastanza puzzolente (ma si sa che io sono schizzinosa). Bè ci siamo fatte una doccia e siamo andate a letto.

Sai quando dicono che i cinesi sono tanti? Bè non te ne puoi fare un'idea fino a che davvero non ci arrivi in Cina. Sono tantissimi, sono ovunque, riempiono ogni spazio vivibile possibile e sono anche molto kitsch. Sputano per terra nei luoghi pubblici come se niente fosse e fumano ovunque, anche all'interno, nei bar e nei ristoranti.
 
Oggi è uscito il sole, c'è un caldo e un'umidità allucinante. La città è grande e oggi è veramente bella.

I cinesi mi stanno sempre tanto simpatici. Lunedì iniziamo i corsi e questo weekend dovremmo andare a Pechino.

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Per la seconda volta

Rachele e Alessandra sono già arrivate a Shijiazhuang, in Cina, dove passeranno tre settimane per poi riprendere il viaggio e dirigersi in Thailandia. Ieri in città il cielo era grigio e pioveva. Le prime impressioni di Rachele, che non si è lasciata sfuggire un modo di fare locale molto particolare:
Eccomi, finalmente in Cina. Nonostante occhiaia fino alle ginocchia, febbre sul labbro che non se ne va più, qui va tutto bene. Per la seconda volta, l'Oriente mi ha conquistata. È più forte di me, mi sento quasi a casa. Una precedente vita, l'ho passata sicuramente da queste parti. Però, tra Cina e Thailandia, vince assolutamente la Thailandia, per il momento. I cinesi scatarrano per terra in maniera orribile. E sono veramente tantissimi. Seguiranno aggiornamenti migliori. Baxi e struchi a tutti.


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martedì 19 giugno 2012

Hackathon, Metwit e la genialità che c'è attorno e dentro

Una delle cose da fare nella vita è vedere Riccardo Luna (lui, il primo direttore di Wired Italia) mentre usa Twitter. Sabato 16 giugno, a Bologna, Riccardo ha pubblicato su Twitter dal suo iPhone bianco questo messaggio:
@riccardowired In bocca al lupo ai ragazzi di #hackathonterremoto che in Sala Borsa iniziano una maratona per sviluppare apps di #protezionecivica
Hackathon Terremoto è una maratona digitale di due giorni alla quale hanno partecipato hacker e informatici provenienti da tutto il mondo. Sala Borsa si è trasformata in un ambiente frizzante, dinamico al massimo e per 48 ore sono stati battuti codici su codici di applicazioni d'utilità per i terremotati dell'Emilia (ma non solo).
Ho parlato anche con Michele Ruini, ("lui è toscano, senti che accento che ha!") che mi ha mostrato Metwit, una app frutto di una startup giovane giovane che rivoluziona il concetto di previsione meteo (Michele è CEO di Metwitt): non sono più le stazioni meteorologiche che "dettano" il clima anche per le zone effettivamente lontane da loro, ma sono gli utenti a segnalare in tempo reale il clima esatto, grazie alla geolocalizzazione. E poi messaggi di allerta e possibilità di interagire tra gli utenti, di avvisarsi. 
Quante cose belle che sappiamo fare.

lunedì 4 giugno 2012

Io, Camillo Benso, vi racconto di quando ho fatto il Regno d'Italia

Martin Stigol e l'associazione culturale Progetto Zattera sono papà e figlio da più di vent'anni a Varese. L'ultimo "prodotto" culturale si chiama "Il Tessitore, cronache del Risorgimento italiano", che è una rivisitazione della figura di Cavour in chiave artistica. Questo è un passo del racconto in prima persona del Tessitore, di Martin Stigol:
Salii le scale. Lui disinvolto e senza dare nessun segnale di sconfitta, mi indicò il salone grande. Parlò a lungo di progetti e di questioni di ordine pubblico, e alla fine, arrivò al dunque, le casse del regno erano vuote, e la gente cominciava a chiedersi perché non si riuscisse a trovare una via di uscita. 
Lo lasciai finire di parlare, e alla fine gli dissi: “Mi dia la chiave della cassaforte, mi dia la chiave del palazzo di giustizia”. Si alzò e andò verso la finestra, e poi disse: “Quanto mi costerà?”; io avevo già in bocca la risposta: “Niente, ho bisogno di un tavolo, un’aula grande, quindici sedie, e sette, otto persone di fiducia per rifare un governo”. “Lei è impazzito!”. “Certo, per questo lei mi ha chiamato, soltanto un pazzo può fare quello che serve in questo momento al suo regno, ed io, piccolo e brutto che sia, sono della misura giusta”. 
Uscii dal palazzo con le mie gambe tremanti, ma non tornai in campagna, ero eccitato dalla sua disponibilità a darmi una risposta positiva, ed io avevo fame e volevo divertirmi. Andai a teatro e sul palco, quella sera, c’era un opera magnifica dal mio amico Giuseppe Verdi.

mercoledì 16 maggio 2012

Due cose di Giovanni Impastato

Giovanni Impastato, fratello di Peppino, durante il dibattito "Memoria e impegno" organizzato dall'associazione di volontariato culturale "La casa di Nando", il 14 maggio 2012, a Gazzada Schianno:
«La mia infanzia l'ho vissuta in mezzo alla natura e al fianco della mafia. Mafia e natura riuscivano a fondersi insieme. Ricordo le carezze di mia madre. Il contatto con la mafia era stranissimo. Ho nella mente immagini di figure patriarcali; l'assassino di Placido Rizzotto giocava con noi. A noi sembravano figure positive, non ci facevano mancare nulla. Ma tutto cambia. La mia infanzia e quella di Peppino finiscono con l'esplosione in aria di nostro zio. 26 aprile 1963. Era primavera». 
«La mafia ha cambiato identikit. Oggi i nuovi mafiosi che hanno assunto ruoli nella cupola sono medici, architetti, commercianti, imprenditori. È una mafia sommersa che ha intrecciato un vasto sistema di affari. Prima si trattava di persone con la quinta elementare che mangiavano pane e cicoria. La mafia è un fenomeno che ci portiamo dietro da 150 anni».

lunedì 7 maggio 2012

Torre Galfa e Macao: quella cosa delle parole

Oggi ho visitato Torre Galfa a Milano, il palazzo di vetro e alluminio occupato da pochi giorni da un gruppo di artisti e studenti del mondo dell'arte e della cultura. Ho parlato con uno degli organizzatori, che anche se dice di non fare differenze, di preferire che il suo nome non venga fatto, di dire che è "uno dei Lavoratori dell'arte", a me è sembrato che fosse la mente organizzatrice, il punto di riferimento per tutti gli altri, il motore dell'occupazione. Quando gli ho parlato mi ha voluto specificare che questa non era - non è - un'occupazione. Loro hanno realizzato una liberazione di uno spazio pubblico. Liberazione. Lo hanno reso libero e usufruibile a tutta la cittadinanza. Il grattacielo Torre Galfa, trentatré piani, quinto per altezza a Milano, abbandonato da quindici anni, simbolo di una Milano che si espande e cresce ma mentre si fa bella fuori marcisce e implode dentro, vuota e sgonfia.
Liberazione.

mercoledì 8 febbraio 2012

#Usa2012: tutti i miei post

I followers dei principali candidati su Twitter.
La corsa per le elezioni americane di quest'anno è già cominciata. Tutti i post su quello che capita (e che catturo qua e là) li trovate cliccando qui.

venerdì 27 gennaio 2012

Castelli e l'operaio sardo: un problema (anche) di linguaggio

Ieri sera a Servizio Pubblico, il programma multipiattaforma di Michele Santoro, c'è stato un acceso scambio di parole tra l'onorevole Roberto Castelli (Lega Nord) e un operaio della Sardegna. La scarsa volontà, da parte dell'onorevole, di ascoltare l'interlocutore senza interromperlo ha suscitato un'infelice reazione nell'operaio che apostrofandolo gli ha detto: "Castelli, non rompere i coglioni, a me". Subito dopo questa frase, l'onorevole si è alzato dalla sua postazione e ha abbandonato lo studio.
      Cosa non ha funzionato nel circuito di rispetto reciproco che dovrebbe instaurarsi tra due dialoganti, specie se si tratta di un politico e di un suo concittadino? Questa domanda si può astrarre dal caso specifico di ieri sera ed estendere alla condizione generale che ultimamente ha caratterizzato il rapporto elettori-eletti in Italia. Se il contesto politico non è anomalo, il cittadino porta rispetto al politico e una reazione del genere è giustamente considerata sbagliata. Il problema è che in Italia si vive una situazione tutt'altro che normale, per la quale anni e anni di politica dell'insulto, della parolaccia e dei gesti osceni producono la paradossale giustificazione a queste reazioni dei cittadini. La politica del terzo dito non può indignarsi della risposta brusca del cittadino. Al contrario, invece, può farsi carico della responsabilità di un diverso linguaggio e di un tono di confronto serio e pacato, determinato ma disponibile all'ascolto. In questo senso, credo che il ruolo "educativo" della politica sia fondamentale.


(Dopo che dalla Sardegna sono giunte queste parole: "La politica è incapace di ascoltare e di reagire, di dare risposte", dallo studio l'onorevole Castelli ha ribattuto, forte dell'arrogante pseudo-ideologia secessionista della Lega: "Sto parlando delle aziende lombarde". E da qui è nato il caos, che va ancora oltre al problema di linguaggio. Ma questo è un altro argomento).